La cultura dominante induce a immaginare la sessualità come elemento fondante l’identità dell’uomo e potenziale strumento di potere sulle donne e sulle maschilità considerate deboli. Sessualità maschile, quindi, ancora come dovere, per confermare a se stessi e agli altri – in primo luogo agli altri uomini (Kimmel, 2002) – di essere adeguatamente maschi:
Gli uomini si sentono in dovere di chiedertela!
Per contro, la sessualità femminile è rappresentata come esperienza da agire e raccontare con cautela poiché ancora potenziale minaccia all’identità e alla cittadinanza femminile. A dispetto degli importanti cambiamenti degli ultimi decenni e alla straordinaria libertà conquistata dalle donne occidentali, permane l’idea di una divisione tra donne per bene e donne per male (Maria e Maddalena, una vergine, l’altra prostituta) e, dunque, le insinuazioni sui comportamenti sessuali femminili (è una facile), i commenti sull’aspetto fisico, i corteggiamenti insistenti, fino ad arrivare alle molestie e agli stupri, sono tutti strumenti per ridefinire le regole del gioco e rimettere in carreggiata le donne ribelli.
Nei racconti delle donne dai noi incontrate, la presenza di questa forma di potere maschile è chiara e inequivocabile, benché sembri manifestarsi in modi differenti nei diversi ambienti. Più soft e contenuta nei contesti più borghesi, esplicita e pesante negli ambienti simbolo di un certo tipo di maschilità testosteronica.
La persona che faceva in modo di andare addosso a te per toccarti. Io so che sono successe delle cose anche in ascensore: quando si scendeva loro facevano in modo di mettersi ai lati così quando entravi eri in mezzo e partiva la pacca sul sedere.
Quando ti trovi con solo altre due donne in una caserma di 600 uomini, il fatto di essere considerate stupide è il minimo. All’inizio vai avanti perché è il tuo sogno, poi rischi di mollare, quando cominciano le molestie e i tentativi di violenze. Secondo me è una prassi abbastanza comune. Quando ho rinunciato al lavoro perché non reggevo le violenze, mi sono chiusa in casa, non parlavo più con nessuno, ho cercato aiuto da una psicologa che mi ha detto “ma lei volendo fare un lavoro del genere non se l’è un po’ cercata?” … è stato il colpo di grazia.
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